Gianfranco Mingozzi, La Taranta – Il primo documento filmato sul tarantismo, Kurumuny, 2009, pp.112, Euro 15,00


Gianfranco Mingozzi è un regista appassionato di antropologia che per oltre vent’anni si è dedicato allo studio delle tradizioni popolari del Salento, documentandole per primo nel 1961 con il cortometraggio La Taranta e successivamente con un episodio del film Le italiane e l'amore – La vedova bianca. La sua opera è stata volta in particolare a documentare il fenomeno del tarantismo, all’epoca conosciuto solo dagli studiosi. La casa editrice Kurumuny ha dedicato alla sua opera ed in particolare al cortometraggio, La Taranta, un opera monografica di grande interesse. Nel libro, infatti, attraverso le parole dello stesso Mingozzi ripercorriamo le sue diverse esperienze di studio del tarantismo e partendo da un viaggio nel Salento compiuto nel 2000 veniamo accompagnati attraverso un flashbeck nei primi anni sessanta nel quale il regista ripercorre i giorni in cui realizzò il cortometraggio La Taranta. Non manca un racconto dettagliato anche dell’inchiesta l'inchiesta televisiva Sud e magia, in ricordo di Ernesto de Martino, e del documentario Sulla Terra Del Rimorso, che documenta la fine dell’antico rito delle tarantate. Il libro presenta inoltre gli interessanti contributi d’archivio di Ernesto De Martino, il soggetto del cortometraggio La Taranta, una vasta raccolta fotografica e la rassegna stampa. Allegato al libro c’è il prezioso dvd che contiene il cortometraggio restaurato de La Taranta, con le musiche originali registrate da Diego Carpitella. La visione di questo filmato è particolarmente interessante non solo perché si ha la possibilità di vedere Luigi Stifani esibirsi al violino durante un rito per la liberazione dal morso della taranta, ma soprattutto per il prezioso commento di Salvatore Quasimodo che accompagna le immagini e che è stato integralmente trascritto all’interno del libro. Splendide sono poi le immagini della festa di Santu Paulu a Galatina, la cui visione ci trasporta in un atmosfera senza tempo, di cui grazie a questo cortometraggio non se ne è persa la memoria. Sono frammenti di grande interesse antropologico, di una realtà arcaica a noi lontana ma ancora viva nella memoria e nella storia del Salento. Insomma questa monografia è un documento storico di grandissima importanza che la cui visione, fa realmente comprendere tutta l’importanza del lavoro di ricerca e di studio della tradizione musicale salentina compiuto negl’ultimi cinquant’anni e ancora in corso.


Salvatore Esposito
Nuova Vecchia